sabato 17 dicembre 2011

In corteo con la comunità senegalese per chiedere la chiusura di Casa Pound


IL 13 dicembre, in pieno centro a Firenze, Gianluca Casseri, militante di Casa Pound, esplode alcuni colpi di pistola.
Due fratelli senegalesi, Diop Mor e Samb Modou, muoiono sul colpo, e altri tre, Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike, vengono gravemente feriti.
In un susseguirsi di notizie, varie forze politiche ed istituzionali si affrettano a definire l'accaduto come il gesto di un depresso cronico, di un uomo instabile, insomma come l’atto di un folle.
Casa Pound altrettanto celermente smentisce l'appartenenza del Casseri alla loro associazione.

L’accaduto rimanda direttamente a pochi giorni prima, al campo rom dato alle fiamme a Torino. Alcuni individui, fomentati da continue campagne xenofobe, hanno bruciato e devastato il campo rom in risposta ad un presunto stupro, smentito poi dalla stessa sedicente vittima. Le forze dell’ordine sono intervenute con estrema calma e in assoluto ritardo: il comportamento giusto per contenere i danni?

Questi due episodi sono solo più eclatanti rispetto a tutte le altre azioni razziste e xenofobe che si verificano con frequenza crescente in tutti i territori.
Noi riteniamo inconcepibile utilizzare mediaticamente la “follia” come alibi per insabbiare le responsabilità di chi governa fomentando l’odio razziale e l’emarginazione sociale.

Si spara a cinque persone; si lasciano naufragare i barconi sulle coste; si confinano, in condizioni disumane, migliaia di migrant@ nei CIE; gruppi politici, parlamentari ed extraparlamentari, inneggiano alla violenza, all’odio razziale sfruttando il clima di tensione sociale generato dalla crisi: tutto questo si può chiamare “follia”?

Non ci si può sempre sottrarre dalle proprie responsabilità: partiti di governo come la Lega Nord e associazioni di promozione sociale come Casa Pound da sempre radicalizzano l'odio razziale e l'intolleranza e con tale propaganda creano il substrato culturale che determina, permette ed accresce comportamenti violenti, discriminatori. Esempio noto di questo è, sul territorio parmigiano, il pestaggio subito da Emmanuel Bonsu ad opera della polizia municipale.

La crisi viene usata strumentalmente per alimentare e perpetuare fenomeni persecutori di matrice nazista.
Riteniamo di ripartire proprio dal terreno della crisi per richiedere un cambiamento dell'impianto ideologico e culturale,che costruisca alternativa sociale e difesa ineluttabile dei diritti, per richiedere nuove strutture giuridiche per tutelare i nostri fratelli e sorelle migrant@, per ribadire la libertà di fuga e di asilo, per rompere i muri d'odio della fortezza Europa.

Diciamo basta all'ascesa di violenza e razzismo: chiediamo la chiusura immediata di Casa Pound.

Il 17 dicembre a Parma, come in molte città italiane, scenderemo in strada a fianco e in solidarietà alla comunità senegalese.




SABATO 17 DICEMBRE ORE 16

CONCENTRAMENTO IN PIAZZA GARIBALDI: IL CORTEO RAGGIUGERÀ LA PREFETTURA PER CHIEDERE LA CHIUSURA IMMEDIATA DI CASA POUND.

Art Lab Occupato - Casa Cantoniera Autogestita - La Paz! Squadra di calcio antirazzista