martedì 24 aprile 2012

Un anno di Art Lab!


Comunicato stampa per l'apertura di un tavolo di confronto con l'Università e le istituzioni


Ad un anno di distanza dall'ingresso nello stabile di Borgo Tanzi, prendono forma le idee dei  tanti ragazzi che il 6 maggio 2011 hanno deciso di aprire uno spazio di democrazia all'interno del quartiere Oltretorrente, fatto di socialità, welfare dal basso e cooperazione tra persone.
Domenica 22 Aprile, ArtLab ha festeggiato il suo primo compleanno invitando la cittadinanza e le istituzioni ad una giornata nella quale lo spazio ha raccontato se stesso attraverso l'allestimento di una mostra fotografica e di videoproiezioni realizzate dal progetto comunicativo "Zeta" e un aperitivo offerto dalla Scuola d'italiano per migranti. La giornata si è conclusa con un partecipato dibattito pubblico incentrato sul futuro di ArtLab e sulle esperienze di cooperazione sociale nate nel primo anno di lavoro, che ha ospitato le istituzioni locali e nazionali, oltre a docenti dell'Ateneo di Parma. Le relatrici, Marcella Saccani (Assessore provinciale per le politiche sociali), Albertina Soliani (Senatrice della Repubblica), Gabriella Meo (Consigliere della Regione Emilia-Romagna) e Carmen Motta (Deputato della Repubblica), durante il dibattito hanno  evidenziato il valore della progettualità di ArtLab nella costruzione di un tessuto sociale coeso, originale e solidale. Le ospiti hanno, inoltre, condiviso con i presenti la preoccupazione nei confronti della situazione di incomunicabilità esistente tra l’Università e l'associazione "Generazioni Precarie", promotrice dei progetti che hanno preso forma dentro ArtLab. Nonostante l’associazione sia regolarmente accreditata presso i registri della Provincia e dell'Università, e nonostante  si sia fatta promotrice di diverse attività, nate dalla collaborazione tra studenti e docenti dell’Ateneo, l'istituzione universitaria, ad oggi, si sottrae al confronto e al dialogo più volte richiesto. Quest'ultima, rifiutando l'apertura di un tavolo di confronto, rischia di svilire l‘esperienza di Art Lab, preferendo rivolgere l'attenzione sulla semplicistica e riduttiva dicotomia legalità/illegalità.
È però innegabile, agli occhi della cittadinanza, che lo stabile di Borgo Tanzi,  dopo un lungo periodo di dismissione e degrado, sia divenuto a tutti gli effetti un bene comune per il quartiere, per gli studenti e per tutta la città. In un solo anno è stato concretizzato un progetto di riqualificazione dell’immobile, i cui ingenti costi sono stati sostenuti dagli stessi membri dell'associazione e dalla solidarietà del quartiere. Attraverso la virtuosa pratica dell’autorecupero sono state realizzate diverse sale polivalenti, una redazione con connessione internet e computer ed un'aula didattica.  Questo ci ha permesso di sviluppare numerosi progetti al servizio della cittadinanza tra i quali il progetto comunicativo Zeta che si articola attraverso un periodico cartaceo, un giornale online, una redazione video ed una web radio; una scuola d’italiano per migranti, divisa in tre corsi per un totale di nove lezioni alla settimana e sessanta studenti; unasquadra di calcio a 11 antirazzista "La Paz!", iscritta al campionato amatoriale della UISP, in collaborazione con l'associazione "Senza Frontiere", e in ultimo, il progetto di autoformazione “Biopotere e dispositivi di controllo dei corpi”, articolato all'interno della Facoltà di Lettere dell'Ateneo, che vede la partecipazione di numerosi docenti universitari e collaboratori da tutta Italia, arricchito da una rassegna culturale dal titolo "Out of control" che si svolge nello stabile di Borgo Tanzi.
In questi mesi abbiamo presentato al quartiere ed alla città decine di iniziative e di incontri sempre in forma gratuita:  dibattiti, concerti, proiezioni, spettacoli teatrali, mostre fotografiche, performance artistiche, esposizioni pittoriche e video artistiche, presentazioni di libri, grigliate, aperitivi e momenti di socialità.
L'esperienza di ArtLab, per quello che produce e per come lo produce, ponendo sempre al centro la democrazia diretta e le esigenze reali delle persone, rappresenta un laboratorio cittadino aperto e includente.
Oggi chiediamo alla cittadinanza sostegno e partecipazione, e alle istituzioni politiche e all'Università il riconoscimento di un percorso virtuoso attraverso l'apertura di un tavolo di trattativa che possa garantire continuità e sicurezza ai progetti realizzati fino ad ora e a tutti gli altri in cantiere.

Le studentesse e gli studenti di Art Lab
Associazione Generazioni Precarie
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Rassegna stampa. Fonte: Parmanews24.com

lunedì 16 aprile 2012

Ai confini del welfare: dibattito pubblico sulla cooperazione sociale ai tempi della crisi e dei tagli


Domenica 22 aprile dalle ore 17 alle ore 23. Inizio dibattito ore 18
Iniziativa promossa da APS Generazioni Precarie
c/o ART LAB  Borgo Tanzi 26
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Il welfare, il lavoro relazionale, i servizi, la cooperazione tra cittadini, la multiculturalità, il protagonismo femminile e giovanile, nel contesto di un tessuto urbano violentato dalla crisi, dai tagli alla spesa pubblica, dall’assenza di certezze per il futuro.
Quali possibili azioni possono e devono essere messe in atto dalle istituzioni pubbliche per favorire la crescita e lo sviluppo di una cittadinanza consapevole dei propri diritti e fautrice delle proprie necessità, in modo attivo e dinamico?
Ne parleremo a partire dal progetto Art Lab, inteso come un esempio concreto di laboratorio cittadino aperto e includente.
L'esperienza dei giovani di Art Lab, impegnati nella costruzione di molteplici servizi rivolti alla cittadinanza e in particolar modo ai cittadini migranti, ci offre un esempio materiale di come sia possibile lo sviluppo di collaborazione e di processi cooperativi che si instaurano a partire dalle relazioni quotidiane tra tanti e diversi.
E' passato un anno da quando in tanti, giovani ed universitari, abbiamo deciso di metterci in gioco, in prima persona, per elaborare un progetto ambizioso, difficile ma così tanto utile alla collettività. Nel corso dei mesi si è palesata la forte esigenza, da parte delle persone che hanno attraversato lo spazio, di costruire una comunità di mutuo soccorso capace di invertire la rotta dettata dal momento di crisi che attraversa il nostro paese, spingendo noi tutti ad un'esasperata individualizzazione, fatta di paura, precarietà, ricatti, isolamento e solitudine.
Attraverso un dibattito, aperto alla città e a tutta la comunità che gravita attorno all'esperienza di Art Lab, abbiamo la possibilità di tracciare linee di fuga dalla crisi, dai tagli al welfare pubblico e dall’assenza di certezze per il futuro.

La discussione sarà arricchita dalla presentazione dei progetti nati all'interno di Art Lab:
- la scuola d'italiano per migranti, promossa da studentesse dell’università di Parma, in collaborazione con l’associazione Perché no?, divisa in due livelli di apprendimento con corsi mattutini e serali che, grazie all'impegno di insegnanti volontari, offre la possibilità di apprendere la lingua italiana a più di sessanta studenti provenienti da tutto il mondo;
- la squadra di calcio antirazzista “La Paz!” che da due anni, attraverso lo sport, promuove la conoscenza tra lingue e culture differenti, con la presenza di giovani richiedenti asilo, rifugiati politici e studenti universitari italiani, in collaborazione con la Uisp e le associazioni Ya Basta! e Senza Frontiere.
Sono inoltre in corso di realizzazione alcuni progetti riguardanti la comunicazione via web e l’editoria, attraverso la redazione di un giornale on-line e di un periodico cartaceo, oltre che una web radio.
La notevole spinta culturale prodotta dall’interazione tra gli studenti e il corpo docente universitario ha fatto sì che si realizzasse, tramite l'associazione di promozione sociale “Generazioni Precarie”, un ciclo di seminari, tutt’ora in corso, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Parma, dal titolo “Il biopotere e dispositivi di controllo dei corpi”. Contemporaneamente al ciclo seminariale, all’interno di Art Lab è stata creata una rassega culturale ed artistica, dal titolo “Out of control”, dove attraverso diverse discipline artistiche, come la fotografia, il reading letterario, il fumetto ed il teatro, si dà seguito all'indagine sulle carceri materiali ed immateriali.
Tutto questo ed altro ancora è un anno di Art Lab, un atelier precario autogestito, come amiamo definirlo, un anno di lotte per i diritti di tutti e di tutte, per il sapere e la cultura.
Il 22 aprile invitiamo la cittadinanza, le associazioni e le istituzioni a rispondere insieme agli interrogativi che la crisi ci pone violentemente davanti agli occhi, per poter tracciare nuove mappe di libertà per il futuro di Art Lab e dei giovani che lo animano, per noi tutti.

Ne parliamo con:
-Albertina Soliani, Senatrice della Repubblica
-Carmen Motta, Deputata al Parlamento Italiano
-Gabriella Meo, Consigliere Regionale Emilia-Romagna
-Marcella Saccani, Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Parma

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Durante la giornata saranno mostrati scatti fotografici e produzioni video sulle migrazioni e i diritti di cittadinanza

* Presentazione video/fotografica dei progetti di Art Lab
La scuola di italiano per migranti (un progetto dell'Aps Generazioni Precarie, in collaborazione con l'associazione Perché no?) e la squadra di calcio antirazzista La Paz! (un progetto dell'associazione Senza Frontiere e dell'associazione Ya Basta!).

* Proiezione della photogallery “I nuovi studenti italiani” di Ilaria Ghidini/ Ass. ''Le Giraffe'' .
Il reportage fotografico è stato girato a Reggia Emilia, una delle città con la più alta percentuale di cittadini stranieri, allo scopo di inchiestare attraverso l’obbiettivo, i progetti che coinvolgono i bambini migranti di seconda o terza generazione. Il lavoro mette in luce l’interazione che si instaura tra italiani di nascita e italiani di adozione. “Questo avviene in particolare con i più giovani e gli studenti, soprattutto in zone sensibili come il quartiere della stazione. Quest'ultimo, caratterizzato da numerose case popolari, ha visto negli ultimi anni un forte aumento di residenti di origine straniera. Qui la comunità cinese è la più numerosa, e molti sono i ragazzi cinesi che giocano per le strade con bambini africani o pakistani o sud-americani. Un'integrazione favorita anche da progetti promossi dal comune e da cooperative sociali, dove questi nuovi studenti italiani svolgono numerose attività dallo studio al gioco: lezioni di italiano, dopo-scuola con compiti e attività sportive e ricreative, costruzione in ludoteca e nella piazza principale del quartiere di giochi tradizionali italiani, arabi, africani, cinesi, e altro ancora. Immigrazione diventa così non solo una parola legata al dolore, ma anche allo scambio culturale e umano.”
 
* Proiezione del documentario ‘U stisso sangu – Storie più a sud di Tunisi, a cura di Nomadica.
'U stisso sangu non è un film, ma un racconto. Il racconto di come la parola “viaggio” si possa trasformare nel termine “speranza”, e di come la prospettiva di un mondo possa cambiare, a seconda che lo si guardi da una parte o dall’altra del Mediterraneo. “U stisso sangu” racconta il dramma dei migranti che arrivano sulle coste sud orientali della Sicilia, attraverso le loro parole, i loro sguardi, le loro storie. Dallo sbarco ai centri di accoglienza e identificazione, fino all’incertezza, alla paura e all’umiliazione, l’odissea  moderna parte dalla disperazione e dai sogni di uomini e donne, per scontrarsi con la burocrazia e, ancor più grave, con la cultura di un mondo che spesso pare dimenticare che abbiamo tutti “u stisso sangu”. Un essere vivente, una persona, si trasforma così in un “clandestino”: un possibile problema che ha bisogno di normative e di certificazioni, di accertamenti e perquisizioni che non lasciano solo l’inchiostro sulle dita, ma anche un profondo senso di umiliazione. Non c’è più lo stesso sangue, non esiste più la persona. 
Nomadica è un circuito autonomo per il cinema di ricerca, una struttura dalle molteplici progettualità proiettate verso nuove possibilità di produzione, sostegno e diffusione di autori e artisti che lavorano in modo autonomo. Nomadica è attivo oggi in Italia, Messico, Francia, Uruguay. Per un cinema povero, aperto, soggettivo!