venerdì 27 maggio 2011

DEMOCRAZIA E BENI COMUNI VERSO IL REFERENDUM. PROIEZIONE DI ACQUA BENE COMUNE


DEMOCRAZIA E BENI COMUNE
VERSO IL REFERENDUM

ne parliamo con

VINCENZA PELLEGRINO
Dottore in Scienze Antropologiche (Université de la Méditerranée di Marsiglia e Università di Bologna-Parma). Comitato acqua pubblica Parma.
Consigliere comunale PD.

saranno presenti
COMITATO ACQUA PUBBLICA PARMA
COMITATO NO NUCLEARE PARMA

A SEGUIRE PROIEZIONE DI “ACQUA BENE COMUNE”
realizzato da Global Project - Associazione Ya Basta - Margine Operativo in collaborazione con Carta

sabato 21 maggio 2011

DANCEHALL IN UNIVERSITA CON EMATORAS E ONE DREAD SOCIETY: SOSTENIAMO ART LAB

Parma - Flash mob contro il nucleare

Oggi, 20 maggio 2011, in un'iniziativa congiunta di Art Lab, del Comitato no nucleare e del Coordinamento per l'acqua pubblica, i precari e gli studenti che da giorni hanno occupato lo stabile di borgo Tanzi 26, hanno inscenato lo scoppio di un reattore nucleare, irrompendo nella routine della principale piazza parmense. Vestiti di tute bianche e armati di fumogeni e petardi, hanno ricordato gli appuntamenti che ci porteranno alle giornate referendarie del 12 e 13 giugno: stasera alle 21.00 il dibattito all'auditorium Toscanini con Pancho Pardi, Giuseppe De Marzo e Stefano Ciafani; domani partenza alle 13.00 dal palazzetto dello sport verso Caorso per dire mai più alle centrali nucleari; il 4 giugno la biciclettata per l'acqua pubblica.

domenica 15 maggio 2011

La moltitudine e i numeri primi.

Il primo compleanno di un posto va onorato e festeggiato degnamente. Stamattina mi sono alzata presto ( o meglio presto rispetto al solito) e ho cercato di annusare tutti gli odori del nostro appartamento: un misto inscindibile di candeggina e polvere. Ho provato a catturare immagini, istantanee, di quelle stanze così vive, consapevole del rapido mutamento dell’Art-Lab.
Solo sette giorni fa entravamo di soppiatto nel palazzo di Borgo Tanzi, da un portone lasciato aperto con in spalla una custodia di chitarra porta-tutto, carica di adrenalina e curiosità. Salendo le scale, tra cumoli di merda e cadaveri di piccione e odori nauseabondi, srotolavamo il primo striscione dell’Art: Autogestisci, Rivendica, Trasforma.
Da quel momento la mia vita è cambiata, io sono cambiata. Ho visto la speranza e il desiderio tramutarsi in realtà e ho liberato tutta la mia voglia di riiniziare a crederci. Pensare che solo sette giorni fa dormivamo su letti di fortuna, fatti di cartoni e scudi di plexiglas, ed oggi adagiamo i nostri corpi pesanti su comodi materassi, dono della generosità del vicinato, mi emoziona. Estranei che, piano piano, sono diventati una seconda famiglia: una famiglia che coglie i nostri sorrisi e le nostre occhiaie, una famiglia che ti sostiene quando vorresti solo lasciarti andare nel vuoto, tanto ti fa male la schiena. Una famiglia che si interessa, partecipa e rinizia a sognare, a respirare, anche grazie a te.
Ho camminato nelle stanze, sulle scale e ho salutato un'altra giornata di sole battente, intercettando per attimi i volti dei miei compagni e delle mie compagne, ho visto in loro lo stesso entusiasmo che sento in me e poi mi sono persa su una sdraio annebbiata dal fumo della prima sigaretta mattutina, ancora incerta sulla dimensione in cui mi trovavo.
Il cortile respirava, cantava, rifletteva una luce abbagliante e io mi cullavo nel delirio di troppa birra e troppe canne. Gli occhi si chiudono; adesso assaggio l’aria, ne assaporo ogni nota: sento il profumo di colluttorio del compagno che affianco a me ritaglia articoli sul’ EZLN da giornali ammuffiti e umidicci, sento l’odore delle troppe sigarette, della carbonella, della carnazza, accenni di sudore, il sapore del detersivo e quello delle case abbandonate… continuo ad assaggiare come un avido sommelier che degusta franciacorta.
Gusto note di lavanda ( o è solo una mia illusione), sento il sapore del caffè bollente del bar all’ angolo e di quello gelato di Franco, sento l’odore della mia compagna di letto, l’odore di chi mi aspetta lontano e avidamente continua a mangiare ormai satura e pronta allo sbocco. Mi alzo e inizio a cantare una canzone che ora come ora potrebbe essere la mia preferita…non è importante adesso… sono libera. Libera di sentirmi tanto folle, iperattiva e libera di tentare. Sensazione impagabile. Non permetterò a nessuno di togliermi questo brivido lungo la schiena. Sento l’uomo che amo e scopro che anche lui oggi è un pò più libero e allora decido di brindare.
A chi non smette mai di lottare. A chi non dorme mai. A chi mangia per giorni solo mortazza e costine.
A tutti e tutte loro grazie

venerdì 13 maggio 2011

Parma, 6 Maggio 2011, ore dodicieventitre


Silenzio. Il rumore di sottofondo di questo grigiore urbano che dilaga come la rassegnazione sui volti della gente si interrompe. Silenzio.
Nessun cantiere stradale, nessun centro commerciale, nessun clacson. Solamente il pulsare dei tamburi al ritmo di una danza tribale che fa sobbalzare il cuore, e il suono cupo, breve, di una breccia aperta nel muro di questa quotidianità assordante.
Una breccia aperta nei muri della società fisica che disciplinano, nelle strade che portano al lavoro, all'università, al super mercato, ma mai ad incontrarti, mai a costruire i tuoi desideri.
Questo Moloch, infernale prigione incomprensibile, il cui sangue è denaro nero che scorre. Questa sfinge di cemento e alluminio che si nutre del desiderio collettivo.
Questa fabbrica della paura in cui il futuro è un grosso filo spinato su cui stare in equilibrio, in cui la vita intera è messa a profitto.
Questa normalità surreale e grottesca, in cui i fratelli e le sorelle in fuga dalle guerre del Maghreb sono considerati eroi quando si trovano dall'altra parte del Mediterraneo, e pericolosi criminali quando approdano sulle nostre coste.
In cui da 15 anni a questa parte non c'è una sola guerra, spacciata per missione di pace, che abbia portato democrazia nei Paesi in cui si combatte, e non una che sia finita.
In cui il settore militare è l'unico che non conosce la parola "crisi".
Questa fabbrica della precarietà in cui il tasso di disoccupazione giovanile è al 28,1 % e il tasso di inattivi tra i 15 e i 64 anni è al 38%. In cui lo sfruttamento della produttività del tessuto sociale viene agito attraverso molteplici forme già all'interno delle università e delle scuole: lavoro nero, stages e tirocini obbligatori e non retribuiti, aumento tasse universitarie e dequalificazione dei saperi, erosione del welfare e dei diritti.
In cui il rimedio al senso di malessere si fa ossessione securitaria, tanto per trovare un capro espiatorio al senso di soffocamento dato dal dover ridurre la propria esistenza ad una sterile sopravvivenza.
In cui il bombardamento pubblicitario crea la convinzione che la conquista della felicità si raggiunga attraverso il consumo.
In cui siamo tutti partecipanti inconsapevoli al poker dei desideri omologati e dei sogni liquefatti.
In cui la vita, l'unica di cui si dispone, si declina nel nome di una "maggiore produttività, efficienza, aziendalizzazione", seguendo una ricetta a base di selezione, competizione sfrenata, quantificazione dei saperi, robuste iniezioni di mercato.
In cui la possibilità di scelta è solo una grande chimera. In cui il ricatto e il saccheggio sono le armi con cui viene esercitata una continua violenza sulle nostre vite.
In cui il pubblico si fa braccio armato del privato. E la complicità fra proprietà privata e Stato trova la sua vera sostanza nella rapina delle risorse comuni e nella logica dello sfruttamento.
In cui a dieci anni da Genova la critica globale si ripropone ancora più forte.
Le rivolte euromediterranee di intere generazioni di non garantiti, precari, studenti, hanno aperto in questi mesi un nuovo spazio costituente dentro e contro la crisi. Un processo che parte dalla necessità di ridefinire la redistribuzione della ricchezza, nuove garanzie, nuove libertà.
Basaglia scriveva  “(Il folle) è colui che scuote dalle fondamenta la norma”, dove “l’abnorme continua ad essere riferito all’infrazione di uno schema di valori che viene accettato come naturale, che viene imposto”.
E allora noi riconosciamo la nostra follia, rifiutando l'idea di questa normalità assurda.
Vogliamo essere forza centrifuga che scuote una prospettiva spacciata per assoluta, e che, invece, non è altro che relativa ad un sistema di potere verticistico che determina ciò che è normale: le relazioni, la disciplina, la socialità, il rapporto con l'ambiente...
Vogliamo essere processo costituente che apra la prospettiva concreta di un mondo diverso, in cui si faccia avanti l'idea di un comune sociale e politico, che superi la politica della delega.
Vogliamo scagliare una pietra contro la normalità spersonalizzante e alienante di questo macchinario diabolico in cui siamo ricondotti al ruolo di ingranaggi inerti, che, in modo sincrono e inconsapevole, collaborano all'autosostentamento di un sistema criminoso.
Il 6 maggio è stato sciopero generale. L'abbiamo detto e ripetuto: si scrive sciopero, si urla democrazia!
Un nuovo punto zero da cui ripartire ricchi delle lotte del passato, ma soprattutto forti dell'apertura di un varco per il nostro presente e il nostro futuro.
Un'occasione per far emergere le istanze sostenute da tutte quelle fasce colpite da decenni di politiche di asservimento alle logiche del profitto e della mercificazione. Politiche, queste, che hanno aperto uno squarcio nel tessuto sociale, impiantando in esso il seme della diguguaglianza, della frammentazione e dell'isolamento.
Il 6 Maggio ha rappresentato la radicalizzazione di una lotta biopolitica. La stessa che ha unito durante l'autunno studenti, precari, lavoratori di Mirafiori, etc.
Una lotta che ha saputo canalizzare il senso di malessere che pervade la nostra generazione, la generazione precaria, per dargli nuova forma. Perchè questo malessere, associato al senso di solitudine e rassegnazione, lentamente toglie il respiro, come una lunga apnea.
Il 6 maggio quello stesso malessere si è trasformato in vitalità, rabbia e speranza che ha irradiato le vie della città, facendo tornare a sognare una generazione che ha scelto di resistere ai licenziamenti, ai tagli, all’abbattimento dei diritti, alla devastazione ambientale ed all’impoverimento sociale e culturale del Paese.
Ci siamo riappropriati di uno spazio, lasciato in mano alla gestione mortifera dell'università, per sottrarlo alla rovina del tempo e ridargli vita, con l'obiettivo di renderlo spazio di condivisione di esperienze, confronto collettivo e sedimentazione di pratiche e prospettive per la costruzione di alternativa. Frammento di cooperazione sociale in cui i saperi circolano liberamente, con pratica non brevettabile e costitutivamente contraria a ogni copyright. In cui sia possibile sottrarsi alle forme di ricatto sociale e lavorativo, creando progetti di autorecupero che permettano di restituire alla collettività un edificio lasciato in pasto all'erosione del tempo e di autoreddito, mediante i quali la dimensione lavorativa si possa congiungere con una declinazione delle proprie aspirazioni.
Una pratica che dia un esempio concreto di declinazione della democrazia dal basso, tracciando le prime pennellate di quella che per noi rappresenta l'alternativa. In un contesto in cui il terreno di sfruttamento è diventato la vita sotto tutti i profili, il nostro progetto rappresenta uno spazio dedicato all'elaborazione di forme di sottrazione allo sfruttamento lavorativo e alla precarietà in tutte le sue forme, oltre che un'alternativa sociale ed abitativa: aule studio aperte tutto il giorno, percorsi di autoformazione, attraverso il coinvolgimento di docenti e ricercatori, laboratori artistici e culturali per promuovere una libera circolazione dei saperi.
La nostra occupazione, inoltre, vuole puntare i riflettori su decenni di speculazione edilizia che hanno ridotto i nostri territori a grosse gabbie di cemento e asfalto (pur lasciando marcire nello stato di abbandono diversi edifici secondo i dettami delle regole di mercato, dando giustificazione così ai prezzi esorbitanti di quelli utilizzabili).
Decenni di cementificazione selvaggia, in cui la gestione pubblica degli immobili , alla stregua di quella privata, si è resa complice della sottrazione messa in atto a spese della possibilità di accesso collettiva ad un'esistenza dignitosa.
Nella società del consumo fine a se stesso, in cui i cicli produttivi si esercitano in ogni momento della nostra giornata, e in cui la precarietà (lavorativa, generazionale, biologica, abitativa, culturale, ambientale...) è diventata una questione esistenziale,generiamo conflitto metropolitano inserendoci nelle crepe di questo sistema per farne esplodere le contraddizioni, strappando dalle fauci della speculazione brandelli delle nostre città, costruendo nuovi spazi di condivisione autonomi e radicalmente altri dallo Stato e dal mercato.
Rivendichiamo di essere protagonisti della nostra esistenza, svincolandoci anzitutto dal ricatto e dalle rappresaglie cui siamo soggetti che quotidianamente annaspano nel mare dell'assenza di diritti per la lotta alla sopravvivenza.
Qui e ora! Perchè il passato lo lasciamo volentieri a coloro che nel suo nome ci chiedono di sacrificare il nostro presente fatto di vita e irrinunciabili passioni.
"Questa è la nostra vita, il nostro tempo la nostra città!"
Rifiutiamo con una pratica militante attiva, di essere ridotti a meri consumatori e ricominciamo a trasformarci in soggetti pienamente in possesso della nostra identità politica.
Riappropriamoci della nostra dignità.
Trasformiamo queste fabbriche della paura in fabbriche della dignità!
Chè dalla rabbia, quando si fa collettiva, si può costruire l'alternativa.
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ART LAB
Autogestisci Rivendica Trasforma
Borgo Tanzi 26

mercoledì 11 maggio 2011

Art Lab e i suoi progetti

Parma - Art Lab logo
Il dossier presentato al CdA di Ateneo

Questo documento nasce per chiedere un riconoscimento ufficiale di Artlab, il nuovo spazio liberato in Borgo Tanzi 26.
ArtLab nasce dalla necessità si sottrarsi al processo continuo di precarizzazione totale delle nostre vite.
E noi, a questa necessità, decidiamo di rispondere con un progetto vero, serio e articolato, che, partendo dall'autogestione e dall'autorecupero, sia una risposta alternativa ai problemi cui le istituzioni, spesso, non sono in grado di far fronte. Un laboratorio in cui sperimentare nuovi modelli di formazione, di socialità, di divertimento, di abitare, di condivisione e di elaborazione artistica.
Consapevoli dell'impossibilità di ricevere risposta esterna alla nostre necessità, abbiamo deciso di assumerci noi l'onere della pulizia di uno stabile in disuso per ridargli linfa vitale e farlo diventare un contenitore di idee, progetti e liberi saperi.
Artlab è una restituzione che sarebbe potuta avvenire in maniera differente: era stato aperta una trattativa diretta con il Rettore, infatti è stato egli stesso a proporci, quattro mesi fa, questo stabile per i progetti che sono stati presentati. A fronte di una mancata risposta e dei continui rinvii, non più tollerabili, abbiamo deciso di trovare una risoluzione, che pur avendo modalità differenti, ha portato alla stessa conclusione.
Lo spazio è stato immediatamente sottoposto ad approfondite pulizie affinchè diventasse, nel più breve tempo possibile, nuovamente accessibile alla collettività. In questi pochi giorni è diventato luogo di incontri e dibatti che la cittadinanza ha potuto attraversare e vivere, dimostrando, palesemente e fattivamente, entusiasmo e condivisione per il nostro progetto.
All'interno di un contesto di violenta speculazione edilizia, questo spazio nasce come alternativa, come reale possibilità di riutilizzo e di riconversione di spazi abbandonati al degrado, piuttosto che ricorrere alla continua sottrazione di terreni agricoli in nome di una cementificazione selvaggia.
Essendo stati informati che lo stabile verteva in stato d'abbandono da circa vent'anni, abbiamo deciso di procedere ad una valutazione dell'immobile consultando un team di urbanisti, architetti e geometri che hanno dichiarato l'integrità strutturale dello stabile.
Richiediamo, perciò, che sia ufficialmente riconosciuta dall'Università la realtà che ArtLab è.
Sono già stati elaborati progetti che verranno al più presto avviati. Di seguito riportiamo alcune delle iniziative che ci proponiamo di realizzare.
INCHIESTE
Sarà creato uno spazio dove poter elaborare collettivamente pratiche di inchiesta, autogestite ed autorganizzate da noi studenti, come sempre ricercando collaborazione con il resto del corpo universitario ed esterni.
L’inchiesta rappresenta uno strumento essenziale per indagare elementi che costituiscono la base di partenza per la costruzione di campi di ricerca per la genesi di un nuovo welfare per gli studenti e non solo. Ci poniamo quindi come obbiettivo di inchiestare la crisi ed il suo sviluppo nei suoi molteplici aspetti siano essi economici, sociali, ambientali, produttivi, culturali.
Il collettivo studentesco ha al momento avviato un’indagine statistica per stabilire la spesa media di uno studente fuori sede. L'inchiesta è incentrata sulle forme di reddito/salariali, l’alloggio, i trasporti ed i servizi rivolti allo studente. Attualmente possediamo dati per 600 studenti stiamo procedendo all’analisi statistica dei dati e l’elaborazione di un documento da presentare all’interno dell’ateneo. Si richiede inoltre per l’attività svolta il riconoscimento di CFU.
SPORTELLO PRECARIETA’
Attraverso le inchieste ci poniamo l’obbiettivo di comprendere ed analizzare. Forti di questi elementi di analisi intendiamo agire laddove si presentano le maggiori problematiche per lo studente. Spesso individualmente non si hanno gli strumenti per comprendere i propri diritti scritti su di un contratto d’affitto o di lavoro o la capacità di poterli affrontare. Con questo strumento vogliamo prima di tutto collettivizzare problemi oggi individualizzati e poter autoformarci/autoformare alla tutela dei nostri diritti e trovare forme di organizzazione per sopperire alle mancanze evidenziate nei servizi cittadini e universitari.
SPORTELLO EDITING/SPAZIO MOSTRE
Gli studenti producono saperi, linguaggi, arte, cultura. Spesso però il mercato è disposto ad accogliere le nuove produzioni solo quando esse sono immediatamente remunerative. Vogliamo dar modo agli studenti di auto editare i propri scritti, siano essi politici, poetici, filosofici, brevi romanzi o storie non che produzioni video e artistiche.
PROGETTO CONDIVISIONE SAPERI/LIBRERIA DEGLI APPUNTI
Lo studenti produce saperi e questi saperi per essere messi a valore necessitano di essere condivisi. Spesso il mercato si approfitta di questo, le copisterie comprano gli appunti dei corsi prodotti dagli studenti e li rivendono gestendo così una forma di diritto di lucro sulla proprietà intellettuale altrui. Siamo la generazione del pear to pear e del file sharing per questo crediamo sia necessario partire da noi e dai nostri bisogni per mettere in comune ciò che già produciamo e che ci viene in qualche modo sottratto. Vogliamo costruire un data base di tutti gli appunti universitari dove gli studenti possano donare quello che hanno e prendere ciò che gli serve dei materiali autoprodotti. Un progetto che necessita non solo di una partecipazione sempre più amplia degli studenti, ma anche di mezzi materiali come computer, hard disc con un’amplia memoria, stampante/scanner.
RADIO UNIVERSITARIA
Un canale di comunicazione gestito dagli studenti per gli studenti. Una radio in streaming che sia il megafono di tutte le attività svolte dal collettivo e spazio diffuso di ragionamento e analisi, con programmi di inchiesta che ricolleghino le attività locali ad un mondo immediatamente globale. Questa radio sarà gestita in forma condivisa tra gli studenti di Parma e Reggio Emilia così da poter avere un punto di vista più amplio, eterogeneo oltre che un palinsesto più ricco. Sono anche previsti corsi di autoformazione per comprendere come funziona una radio sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista organizzativo (palinsesto, programmi, speakeraggio) in collaborazione con Radio Kairos della città di Bologna. Questo progetto necessita ovviamente di un computer ed attrezzatura base.
PROGETTO COMMON WIRELESS
Avere la possibilità di accedere liberamente alla rete, in maniera gratuita, significa poter produrre e scambiare libri di testo, materiale di studio,musica e video, che altrimenti sarebbero relegati solo ad una "elite" di persone,significa poter destabilizzare le logiche di mercato, ribaltare la precarietà e quindi riappropriarsi di reddito.
Gli obiettivi principali sono due:
- Creare un'infrastruttura di comunicazione per lo scambio d'informazioni e materiali, fornendo la condivisione dell'accesso ad internet al di fuori delle logiche del business delle grandi aziende che lucrano su quello che dovrebbe essere ormai un diritto garantito, ovvero l'accesso all'informazione.
- Sfidare la legislazione attuale che limita e rende quasi impossibile l'uso della tecnologia wi-fi per uso non privato, nonché tenta di regolamentare in maniera esagerata l'utilizzo di Internet.
Abbiamo inoltre grande attenzione verso le tematiche relative alle onde elettromagnetiche, controllando la potenza di emissione dei nostri apparati e le pubblicazioni scientifiche in materia, rimanendo all'interno dell'ambito delle potenze trasmissive considerate non dannose. Ricordiamo inoltre che le potenze degli apparati che utilizzano la tecnologia WiFi sono irrisorie se paragonate a quelle dei trasmettitori cellulari.
Un internet point che utilizza esclusivamente tecnologia Gnu/Linux e sistemi “open sorce” e che quindi si pone fuori dalle dinamiche di mercato.
AULA STUDIO
I costi esorbitanti degli appartamenti che costringono noi studenti ad ammassarci negli appartamenti oramai privi di spazi comuni ideali allo studio ed i ritmi di produzione che non coincidono più con il ciclo diurno/notturno evidenziano la necessità di un luogo di studio libero. Da qui la necessita di una sala studio autogestita, aperta anche la sera fino a tardi e nei weekend e nei giorni festivi, periodo nel quale i servizi universitari e della città sono particolarmente carenti. Durante la nostra occupazione erano decine gli studenti e le studentesse che si fermavano nella sottostante aula k2 unico luogo aperto della città per poter studiare nel week-end e la sera. Autogestita per abbattere i costi di pulizia e gestione e responsabilizzare gli studenti perché l’università come noi diciamo è un bene comune.
RASSEGNA STAMPA
Un luogo calmo e tranquillo dove poter bere un caffè mentre si consultano quotidiani e riviste di approfondimento, dove poter informarsi sulle attività universitarie svolte nello spazio e non solo e dove trascorrere un po’ di tempo con i compagni di corso.
LABORATORIO ARTISTICO
Poiché l'arte è una delle espressioni più alte della cultura, riteniamo essenziale crare uno spazio dove essa possa prendere vita e forma. Il laboratorio sarà rivolto, non solo agli studenti universitari, ma anche a tutti coloro abbiano voglia di sperimentare forme artistiche.
Inoltre abbiamo intavolato un confronto con la comunità che ci attraversa affinchè emergano proposte che partano non solo dalle nostre esigenze, ma anche dalla collettività che partecipa alla costruzione di ArtLab.

martedì 10 maggio 2011

Parma - Riconosciamo Art Lab!

Gli studenti presentano un dossier al CdA


Oggi, 10 maggio, una delegazione di ArtLab si è recata alla riunione preparatoria del CdA chiedendo a gran voce di essere ricevuta ed ascoltata in merito ai progetti che stanno prendendo vita all'interno dello spazio di Borgo Tanzi 26.
Al termine della riunione gli studenti sono stata ricevuti e, con materiale fotografico e un dossier, hanno illustrato sia la situazione dello stabile al loro ingresso, sia i lavori di autorecupero e pulizia che sono stati svolti in questi giorni. Inoltre sono stati esposti i progetti che si intendono avviare.
E' stata fatta menzione della precedente trattativa aperta col Rettore, infatti,quattro mesi fa, è stato egli stesso a proporre tale stabile per i progetti che sono stati presentati. A fronte di una mancata risposta e dei continui rinvii, non più tollerabili, si è deciso di trovare una risoluzione, che pur avendo modalità differenti, ha portato alla stessa conclusione. In merito a tali informazioni ha sorpreso lo sbigottimento degli astanti: gran parte dei membri della commissione non erano a conoscenza di tale situazione.
Essendo stati informati che lo stabile verteva in stato d'abbandono da circa vent'anni, gli studenti hanno deciso di procedere ad una valutazione dell'immobile consultando un team di urbanisti, architetti e geometri che hanno dichiarato l'integrità strutturale dello stabile.
L'intervento in assemblea, oltre che per fini illustrativi ed informativi, è servito ad intavolare una trattativa con l'Università in merito alla situazione di ArtLab.
A fronte della richiesta di riconoscimento ufficiale, da parte dell'Università, della realtà che ArtLab rappresenta, è stata suggerita la costituzione di un'associazione che funga da soggetto giuridico, necessario, con cui l'Ateneo possa interloquire per stabilire una convenzione per l'utilizzo dell'immobile.
Alcuni membri della commissione hanno garantito che non si procederà ad alcuno sgombero utilizzando la forza pubblica. Questa risulta essere una nota estremamente positiva che denota una certa apertura nei confronti di ArtLab e dei suoi progetti.

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ART LAB
Autogestisci Rivendica Trasforma
Borgo Tanzi 26
Assemblea tutti i giorni ore 18

lunedì 9 maggio 2011

Parma - Vivere il comune: un'alternativa sociale ed abitativa

Report dell'assemblea sull'autorecupero di Art Lab


Domenica 8 maggio, all'interno del cortile di Art Lab, si è tenuta un'assemblea pubblica, che ha visto la partecipazione di oltre 60 persone, allo scopo di dialogare e confrontarsi con i diversi ospiti, in merito all'autorecupero dello stabile, sia in senso archietettonico-edilizio, sia in senso sociale-culturale.
Hanno partecipato all'assemblea, come relatori, i rappresentanti di due associazioni che hanno avviato, già da tempo, progetti di questo tipo sul patrimonio pubblico abbandonato: l'associazione Senza Frontiere, titolare del progetto di autorecupero della Casa Cantoniera di Parma, e il collettivo Sottotetto e l'associazione Animali Sociali, impegnate nell'autorecupero di una casa cantoniera di Reggio Emilia (Progetto Casa Bettola).
L'introduzione al dibattito
Art Lab vuole parlare di autorecupero perchè pensiamo che sia necessario pensare e costruire insieme un'alternativa che non puo' essere solo evocata ma ha bisogno di essere agita quotidianamente, partendo dai vari aspetti della vita quotidiana, posta sistematicamente sotto ricatto e quindi precarizzata, all'interno del mondo del lavoro, dello studio, della mobilità, e soprattutto del diritto all'abitare. E' da questo presupposto che nasce la "riconquista" di Art Lab.
Ci piace parlare di "riconquista" e non di occupazione perchè è dentro questa parola che si leggono i significati che stanno alla base della nostra azione: la riconquista di un bene comune, la riconquista della possibilità, seppur parziale, di scegliere una vita migliore, la riconquista di un bene che gli enti pubblici hanno deciso di lasciare al degrado e all'abbandono. Ci riapprpriamo collettivamente di Art Lab prima che qualcun altro, attraverso la speculazione privata e in presenza di un mal governo pubblico, possa appropriarsene per fare profitto, ai danni della collettività, specialmente in un quartiere come l'Oltretorrente, che sta già subendo i tratti più feroci di tale processo (la privatizzazione delle piazze pubbliche, dell'Ospedale Vecchio e della biblioteca Civica).
E' proprio alla domanda "Quale alternativa?" che Art Lab ha deciso di rispondere, assumendosi la responsabilità di aprire uno spazio dopo tanti anni di inutilizzo. Ma la responsabilità non sta tanto nell'atto, quanto nell'idea e nella prassi della costruzione di un'alternativa.
L'alternativa sociale e abitativa che può nascere qui è per noi il Comune: un bene liberato dall'abbandono, dai tagli e dalla dismissione del Pubblico e non assoggettato all'interesse Privato. Riconquistato per essere gestito collettivamente.
Il senso di questa scommessa è insita nel termine "auto-recupero" che non significa "recuperare ciò che è vecchio" bensì creare idee e pratiche nuove. L'autorecupero di Art Lab prevederà una modalità di gestione che riguarda direttamente le persone, senza mediazioni e senza deleghe. Non si agirà solo sulla struttura fisica dello stabile, ma sulle relazioni sociali, sui saperi e sulle conoscenze che verranno messe in comune per trasformare lo status quo.


Katia Torri, associazione Senza Frontiere, ha parlato dell'esperienza della Casa Cantoniera di via Mantova 24. In questo caso, il progetto nasce da un'occupazione, inizialmente a scopo abitativo per 4 famiglie, nel dicembre 2003. Lo stabile aveva appena registrato un cambio di proprietà, dall'Anas alla Provincia di Parma che, al momento dell'occupazione non sapeva neppure di essere la diretta proprietaria. Sintomo di come gli enti pubblici, spesso, gestiscono il proprio patrimonio. A seguito della presentazione del progetto di autorecupero, redatto con l'ausilio di archiettti e associazioni che tutt'ora partecipano alle attività dello spazio sociale, il Progetto Cantoniera ottenne un riconoscimento anche istituzionale, attraverso un contratto di comodato d'uso gratuito di nove anni, rinnovabile per altri nove, a partire dall'aprile 2005. Per la Casa Cantoniera, l'autorecupero è un progetto di vita, inteso come progetto a lungo termine che coinvolge un'intera generazione e quelle successive, ma anche nel senso in cui si generano partecipazione, attività culturali, teatro, assemblee e progetti, dalle macerie di uno spazio che rishiava la morte.


Silvio (collettivo Sottotetto) e l'architetto Chiara Valli (associazione Animali Sociali) hanno raccontato l'esperienza dell'autorecupero della casa cantoniera di Reggio Emilia, iniziato un anno fa, a seguito dell'occupazione e del successivo coinvolgimento di diverse realtà cittadine (i Cobas Scuola, gli architetti, i designer, gli urbanisti dell'associazione Animali Sociali, l'associazioneYa Basta, il Gas ...), attivi nella collaborazione per la gestione di molti progetti: la scuola di italiano per donne migranti, l'orto collettivo, l'atelier dei bambini. Questo ha trasformato il valore economico dello stabile (stimato sui 150-200 mila euro dalla Provincia di Reggio Emilia, proprietaria dello stabile, che ha tentato più volte di venderlo ad asta a privati)  in valore sociale, ben più prezioso, anche se non riconosciuto dalle istituzioni che continuano ad ignorare tale progetto, solo perchè neto da un atto illegale.
Se le istituzioni capissero che dare più fiducia ai propri cittadini, significherebbe una gestione partecipata e collettiva del patrimonio pubblico a costo quasi nullo, attraverso la pratica dell'autorecupero, si avrebbe la possibilità di conservare gran parte degli edifici di valore artistico che oggi versano in stato di abbandono nei centri storici delle nostre città d'arte. E' criminoso lasciar marcire edifici pubblici e non tornare ad utilizzarli in modo collettivo!
Marco (Rete per l'autocostruzione dei pannelli solari) ha raccontato l'esperienza del villaggio ecologico di Granara, autocostruito ad impatto zero sull'ambiente e sulla salute. Anche qesta suggestione rapresenta un importante esempio per ripensare l'autorecupero dello stabile i termini di sostenibilità ambientale e indipendenza energetica.
Lucia (Art Lab) ha posto l'attenzione, invece, sull'importanza di considerare e rispettare, durante il processo di restauro e autorecupero,  i vincoli architettonici, propri di un posto con elevato valore storico e culturale come questo (nonostante le istituzioni lo abbiano trascurato in modo criminoso fino ad ora). Un utile esempio da seguire, potrebbe essere rappresentato da il S.a.L.E. Docks, nato dal'occupazione dei Magazzini del Sale di Venezia. Lo scopo, seguendo i consigli dell'architetto di Reggio Emilia,  sarà dunque di ridurre al minimo i lavori struturali (visto che l'edificio è già in buone condizioni) e di coinvolgere nel restauro specialisti e docenti della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali.
L'assemblea si è conclusa, infine, con l'intervento di un abitante del quartiere, che vive con la compagna e il loro figlio, a pochi metri da Art Lab. Siamo stati piacevolmente accolti con un caloroso benvenuto da parte di entrambi, con l'invito ad organizzare una cena di quartiere per conoscerci meglio e per presentare i nostri progetti. Saremo felici di farlo al più presto!
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The revolt of a generation

Euro-mediterranean happening on Education, Welfare and New political practices

In the last two years we have participated and assisted with extraordinary movements that have fought for a quality education, for labor rights and new welfare against the austerity politics of the European Union. The wild demonstrations, pickets lines and strikes, the university occupations and the turmoil of the Mediterranean signal a generational revolt and the necessity of a new social pact that involves all those subjects that stand up for their rights and refuse to be blackmailed. The huge strikes last autumn in France showed us the possibility of creating an intergenerational alliance, as blockades of production and circulation of goods constitute different aspects of a common struggle. In Rome, as in London, the Book Block was a collective political practice able to speak out about the dismantling of public universities and processes of deskilling.
At the same time, the revolts of Maghreb- Mashrek demonstrate how the construction of a future is tightly bound to both the radical claim for democracy and with the necessity of freedom from the parasitic and corrupt power that commands over our lives, universities, schools and workplaces. The recent revolts and movements have crossed national and European borders as well as the limits imposed on education and mobility by Bologna Process to clash with the failure of a strategy we have always opposed.
The struggles of these months have indicated that the possibility of radical change can only become concrete through the alliance among the different actors of labor and education, through common and transnational practices guided by those whom put their own bodies and knowledge. We hope to give a common meaning to this new space redefined by the conflicts in which the crises opens new possibilities to create an "other" future. It is for this reason that we want to initiate an open debate about the common projects we want to build together, starting in Rome on 12 and 13th May 2011.

Program:

[ Thursday 12th May ]
6 p.m. – Department of Philosophy, Villa Mirafiori

Opening workshop – with:
Mouhamed Ali Oueled Itaief
Student of the “École des beaux-arts” in Tunis
Youad Ben Rejeb
Université Femministe
Trifi Bassem
Forum des jeunes pour la citoyenneté et la créativité (FJCC) Mondher Abidi Union Diplomées Chomeurs
Wissem Sghaier
UGET Union General Etudiant Tunisi
Tim
Uncut UK
Maham Hashni
SOAS
Mark Bergfeld
Education Activist Network
Rita Maestre Fernandez
Juventud sin futuro
Annalisa Cannito
AgMigrationUndAntirassismus
Tatiana Kai- Browne
Plattform Geschichtspolitik

7 p.m.
Aperitive – Global video session #1
Contributions from education revolt – Book Bloc videos and photos


[ Friday 13th May ]
10 a.m. – Department of Political Science, University “La Sapienza”
Conflictual knowledge: from Europe to Mediterranean area

3 p.m. – Department of Literature, University “La Sapienza”
Education, Welfare and Precariousness

5 p.m. - Department of Literature, University “La Sapienza”
Labour, income and democracy against the crisis
With Fiom’ general secretary Maurizio Landini and members of tunisian General Union UGTT.
8 p.m. - ESC (via dei Volsci, 159)
Global video session #2
Contributions and interviews from Maghreb – Mashrek’ revolts
follow live-streaming on: www.unicommon.org
--[Italian version]--

La rivolta di una generazione.
Happening Euro-Mediterraneo su Formazione, Welfare e Nuove Pratiche Politiche
Negli ultimi due anni abbiamo partecipato e assistito a straordinari movimenti che si sono battuti per un'educazione di qualità, per i diritti sul lavoro e un nuovo welfare contro le politiche di austerità imposte dall’Unione Europea. Le manifestazioni selvagge, i picchetti e gli scioperi, le occupazioni delle università e i tumulti del Mediterraneo ci parlano di una rivolta generazionale e della necessità di un nuovo patto sociale che coinvolga tutti quei soggetti che difendono i loro diritti e respingono il ricatto. I grandi scioperi dello scorso autunno in Francia ci hanno mostrato come sia possibile dare corpo ad un'alleanza intergenerazionale, dove il blocco della produzione e della circolazione costituiscano le differenti pratiche di una lotta comune.

A Roma come a Londra, il Book Bloc è stata una pratica politica collettiva capace di parlare della dismissione dell’università pubblica e dei processi di dequalificazione. Al contempo, le rivolte dal Maghreb - Mashrek dimostrano come la costruzione di un futuro sia legata a doppio filo con la radicale richiesta di democrazia, con la necessità di liberarsi di quel potere parassitario e corrotto che comanda sulle nostre vite, nelle università, nelle scuole e sul lavoro.
Le rivolte e i movimenti recenti hanno travalicato le frontiere nazionali e dell’Europa e, nello stesso tempo, anche i confini imposti dal processo di Bologna alla formazione e alla mobilità si sono scontrati con il fallimento di una strategia che da sempre abbiamo contestato.

Le lotte di questi mesi ci hanno indicato come la possibilità di un cambiamento radicale diventi concreta solo attraverso l’alleanza tra le varie figure lavorative e della formazione, attraverso pratiche comuni e transnazionali agite da chi mette in gioco il proprio corpo e la propria intelligenza. La tensione con cui vorremmo incontrarci è quella di dare significato comune a questo nuovo spazio ridefinito dai conflitti dove la crisi apre nuove possibilità per poter costruire un “altro” futuro. Proprio per questo vogliamo partire da un confronto serrato su progetti comuni da costruire insieme, e vogliamo iniziare a farlo a Roma il 12 e 13 Maggio 2011.

Programma

[ Giovedì 12 Maggio ]
ore 16,30 - Facoltà di Filosofia, Villa Mirafiori

Apertura del seminario con
Mouhamed Ali Oueled Itaief
Studente della Scuola di Belle Arti di Tunisi
Youad Ben Rejeb
Université Femministe
Trifi Bassem
Forum des jeunes pour la citoyenneté et la créativité (FJCC)
Mondher Abidi
Union Diplomées Chomeurs
Wissem Sghaier
UGET Union General Etudiant Tunisi
Tim
Uncut UK
Maham Hashni
SOAS
Mark Bergfeld
Education Activist Network
Rita Maestre Fernandez
Juventud sin futuro
Annalisa Cannito
AgMigrationUndAntirassismus
Tatiana Kai- Browne
Plattform Geschichtspolitik ore 19.00
Aperitivo – Global video session #1
Contributi dalle rivolte della formazione – Book Bloc video e foto



[ Venerdi` 13 Maggio ]

ore 10.00 - Facoltà di Scienze Politiche, LaSapienza
Saperi in conflitto dall`Europa al Mediterraneo
ore 15.00 - Facoltà di Lettere, LaSapienza
Formazione, Welfare e Precarietà
ore 17.00 - Facoltà di Lettere, LaSapienza
Lavoro, reddito e democrazia contro la crisi
Parteciperanno il segretario generale Fiom Maurizio Landini e un esponente del Sindacato Generale Tunisino UGTT.ore 20.00 - ESC (via dei Volsci, 159)
Global video session #2
Contributi e interviste dalle rivolte del Maghreb - Mashrek

Diretta streaming: www.unicommon.org

Ascolta lo spot audio
--[ French version ]--

La révolte d’une génération.
Happening Euro-Méditerranéen sur Formation, Welfare et Nouvelles pratiques politiques

Programme

[ Jeudi 12 Mai ]
Heures 16,30 - Faculté de Philosophie, Villa Mirafiori

Séance d’ouverture du séminaire avec
Mouhamed Ali Oueled Itaief
Étudiant de l’École des beaux-arts de  Tunis
Youad Ben Rejeb
Université Féministe
Trifi Bassem
Forum des jeunes pour la citoyenneté et la créativité (FJCC)
Mondher Abidi
Union Diplômes Chômeurs
Wissem Sghaier
UGET Union Générale des Étudiants, Tunis
Tim
Uncut U
Maham Hashni
SOAS
Mark Bergfeld
Education Activist Network
Rita Maestre Fernandez
Juventud sin futuro
Annalisa Cannito
AgMigrationUndAntirassismus
Tatiana Kai- Browne
Plattform Geschichtspolitik
Heures 19.00
Apéritif – Global video session #1
Contributions des révoltes de la formation – Book Bloc Vidéos et Photos


[ Vendredi` 13 Mai ]

Heures 10.00 - Faculté de Sciences Politiques, La Sapienza
Savoirs en conflit de l`Europe à la Méditerranée

Heures 15.00 - Faculté des Lettres, La Sapienza
Formation, Welfare et Précarité
Heures 17.00 - Faculté des Lettres, La Sapienza
Travail, revenu et démocratie contre la crise
Participeront le secrétaire  général de la  Fiom  (métallos) Maurizio Landini et un représentant di Syndicat Général Tunisien UGTT.Heures 20.00 - ESC (via dei Volsci, 159)
Global video session #2
Contributions et interview au sujet des révoltes du Maghreb - Mashrek

En direct streaming: www.unicommon.org
--[Arab version]--
‎ثورة جيل
‎لقاء عن التكوين و... وممارسات سياسية جديدة
‎برنمج
‎(يوم الخاميس ١٢ أيار )
‎الساعة الرابعة ونصف – كلية الفلسفة ، فيلا ميرافيوري
‎افتتاح الندوة مع:
‎محمد علي ولد الطائف – طالب في كلية الفنون جامعة تونس العاصمة
‎إواد بن راجب – الجامعة النسائئة
‎طريفي بسام – منتدى الشباب للمواطنة والإبداع
‎منزر عبيدي – اتحاد البطلة الحاملين بشهادات عليى
‎وسام صغير – اتحاد الطلبة التونسية العامة
Uncut - تيم
Soas مهام حشني –
‎مارك برغفيلد – شبكة النشاط للتعليم
Juventud sin futuro ريتا مايستري فرنانديس –
agMigration Und antirassismusآناليزا كانيطو –
‎الساعة السابعة
Global session 1 وجبة خفيفة وفيديوات
Book bloc  مساهمات من  ثورات التعليم 
‎يوم الجمعة
‎الساعة العاشرة ١٣ أيار ، كلية العلوم السياسية ، لا سابيينزا
‎علوم في تخاصم من أوروبا إلى البحر المتوسط
‎الساعة الثالثة ، كلية الآداب، لا سابيينزا
‎تكوين، رعاية اجتماعية وعدم ثبات العمل
‎الساعة الخانسة، كلية الآداب ، لا سابيينزا
‎عمل، دخل الفرد وديمقراطية ضد الأزمة
‎ماوريزيو لانديني – الأمين العام للفيوم وعضو من النقابة العامة التونسية
‎  شاريع فولشي ١٥٩Esc  الساعة الثانية وعشر
‎  مساهمات ومقابلات من الثورات المغربية والمشرقيةGlobal session 2 فيديوات

domenica 8 maggio 2011

Parma - Art Lab e l'Oltretorrente

Diario di bordo: il secondo giorno di occupazione


Da quando il palazzo triste e fatiscente di Borgo Tanzi 26 si è trasformato in Art Lab, tante cose sono cambiate. Gli spazi colmi di rifiuti e escrementi di piccioni sono stati puliti e resi attraversabili, sono sorte zone comuni in cui fare assemblee, cene e video proiezioni, il signor Tronchi, nostro nuovo coinquilino, ha trovato tanti amici e amiche che lo aiutano nei lavoretti, gli fanno compagnia e ascoltano le sue fantastiche storie, ricche di aneddoti e racconti sulla città. Ma, soprattutto, c'è stato un continuo flusso di persone che hanno visitato lo stabile e hanno contribuito alla sua trasformazione, producendo, di fatto, un cambiamento del rapporto tra gli studenti e gli abitanti del quartiere che da sempre ospita l'università, le biblioteche e i luoghi che maggiormente siamo abituati ad attraversare nel post studio, tra bar, cinema e portici di via d'Azeglio.
Gli studenti vengono spesso dipinti come un'entità di disturbo alla quiete cittadina, quasi fossero un corpo estraneo, non appartenenti alla città e al tempo stesso portatori di disagio e disturbo bivaccando , bevendo e mangiando kebab.
Siamo stati piacevolmente sorpresi e colpiti dalla gioia e la generosità con cui il quartiere ci ha accolti: noente sguardi torvi ma gente pronta a incontrarci, conoscerci ed, ognuno secondo le proprie possibilità, ad aiutarci.
Per questo ci sentiamo in dovere di ringraziare il quartiere Oltretorrente e i suoi abitanti: i cittadini parmigiani "doc" da diverse generazioni, i cittadini migrati da altre parti del mondo e gli sudenti universitari fuori sede che trovano casa qui, tra via d'Azeglio e l'univesità. Ci siamo sentiti accolti a braccia aperte perchè gli abitanti di questo quartiere hanno conservato un modo di vivere genuino e popolare, forse dato dal fatto che vivono i nostri stessi problemi: il caro affitti, la speculazione edilizia, la privatizzazione degli spazi pubblici, i divieti e le ordinanze comunali che limitano le libertà individuali, le ronde di esercito e polizia che sottopongono studenti e soprattutto migranti a continui e pretestuosi controlli, l'inaccessibilità alla cultura a causa dei prezzi elevati di cinema e teatro, l'insufficienza e l'inadeguatezza dei mezzi pubblici, nonostante l'aumento spropositato del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti.
Il sindaco pare non essere contento della nostra iniziativa, ma a noi basta e avanza l'approvazione di chi ci ha conosciuto e continua ad attraversare ARTLAB, confermata dalla raccolta firme in atto.
Un grazie di tutto cuore a tutti per quest'accoglienza e per il sostegno

sabato 7 maggio 2011

Art Lab è il desiderio che diventa realtà

Diario di bordo: primo giorno di occupazione di Art Lab



Domenica 8 maggio ore 18.00
Assemblea pubblica
VIVERE IL COMUNE: UN'ALTERNATIVA SOCIALE E ABITATIVA
Presentazione di due esempi di autorecupero di patrimonio pubblico a Parma e Reggio Emilia

Art Lab è un progetto ambizioso, nato dagli studenti medi e universitari che durante lo sciopero generale, hanno deciso di ridar vita ad un palazzo sito in Borgo Tanzi 26, di proprietà dell'Università di Parma. Uno spazio da proporre alla cittadinanza, un progetto di autorecupero dello stabile, di elaborazione di forme di sottrazione allo sfruttamento lavorativo e alla precarietà: aule studio aperte tutto il giorno, percorsi di autoformazione, attraverso il coinvolgimento di docenti e ricercatori, laboratori artistici e culturali per promuovere una libera circolazione dei saperi.
Lo spazio in questione è dismesso da tempo. Gli abitanti del quartiere raccontano che il palazzo è vuoto, lasciato a se stesso e al degrado da ben venti anni, fatta eccezione per una singola unità abitativa.
Con ogni probabilità l'università accamperà come pretesto per lo sgombero l'inagibilità della struttura, cadendo così in una palese contraddizione: all'interno abita da anni il signor Tronchi, titolare di un regolare contratto d'affitto, in cui il locatore risulta essere l'UNIVERSITA' DI PARMA. In data 1 febbraio 2011, lo stesso Rettore, inoltre, aveva intavolato con noi una trattativa, lasciata poi cadere nel dimenticatoio, per la concessione di uno spazio all'interno del medesimo stabile.
La struttura sicuramente non versa nella migliore delle condizioni e, poiché non siamo del tutto incoscienti, abbiamo preso contatti con architetti e urbanisti dell'associazione Animali Sociali di Reggio Emilia, che faranno una perizia dello stabile e parteciperanno domenica pomeriggio all'assemblea “VIVERE IL COMUNE: UN'ALTERNATIVA SOCIALE E ABITATIVA”.
A seguito della valutazione dell'immobile, verrà decisa la priorità e la modalità degli interventi di autorecupero da effettuare.
Negli anni abbiamo subito una politica fallimentare, pubblica o privata che fosse, che ha portato al degrado e all'abbandono di stabili, rappresentanti la storia della città, con valenza non solo abitativa, ma sopratutto artistica.
Riteniamo, inoltre, che non sia tollerabile che beni appartenenti alla città diventino appannaggio di privati, il cui unico fine è rappresentato dalla speculazione selvaggia. La cittadinanza sembra assumere questa problematicità: negli anni, infatti, sono nati comitati in difesa di palazzi e spazi storici, come piazza Ghiaia, l'Ospeale Vecchio e tanti altri, che sono, o rischiano di finire, in mano a privati senza scrupoli e sensibilità per il loro valore.
Dimostrazione della sensibilità della cittadinanza sull'argomento è stata la serie di assensi che abbiamo raccolto: intervistando il vicinato abbiamo riscontrato appoggio e approvazione per la nostra iniziativa, a sostegno della quale abbiamo già raccolto diverse firme.
Riteniamo essenziale la collaborazione di tutti per la costruzione della nostra alternativa, per questo invitiamo l'intera cittadinanza a partecipare all'assemblea.

E' nato Art Lab

Gli studenti occupano uno spazio abbandonato da anni dall'Università di Parma


Si scrive sciopero, si urla democrazia.
Questo è stato lo slogan che abbiamo usato per lo sciopero generale, lo abbiamo scelto perchè sintetizza tutto ciò che per noi questa giornata rappresenta.
Una voce solitaria è flebile e ignorabile, ma migliaia di voci che si uniscono in un coro e gridano la propria rabbia, la propria indignazione, le proprie necessità e i propri desideri non possono restare inascoltate.
Il 6 maggio non rappresenta un punto di arrivo. E' solamente un nuovo punto zero, da cui ripartire ricchi delle lotte del passato, ma soprattutto forti dell'apertura di un varco per il nostro presente e il nostro futuro. Un'occasione che non può e non deve essere regalata a nessuno. Che sappia far emergere con vigore le istanze sostenute da tutte quelle fasce colpite da decenni di politiche di asservimento alle logiche del profitto e della mercificazione, che hanno aperto uno squarcio nel tessuto sociale, impiantando in esso il seme della diguguaglianza, della frammentazione e dell'isolamento.
Abbiamo capito di non essere più autosufficienti, che questa crisi sistemica colpisce tutta la società, quindi la vera risposta forte che si può dare è unirsi e cercare di combatterla. Per questo motivo oggi siamo scesi in piazza tutti insieme: studenti, precari, non garantiti, operai, comitati che difendono i beni comuni e ambientali, tutti coloro che sono stanchi di essere vittime di questo sistema e hanno deciso di diventare parte attiva, intraprendendo un cammino che porti ad un cambiamento.
Lo sciopero precario deve intervenire sullo spazio e non solo sui tempi, laddove decenni di speculazione sulla nostra pelle hanno eroso sistematicamente i nostri diritti e la nostra dignità. In cui la gestione pubblica si è resa complice, alla stregua del privato, della sottrazione messa in atto a spese della possibilità di accesso collettiva ad un'esistenza dignitosa.
Ci hanno lasciato un'eredità fatta di precarietà. Precarietà per noi studenti che, non solo vediamo sgretolarsi il nostro diritto allo studio, ma siamo costretti ad alimentare il mercato del lavoro part-time e sommerso per riuscire a pagare un affitto sporpositato e sopravvivere. Precarietà per gli operai, che vengono costretti a rinunciare a dei diritti conquistati negli anni con il più bieco dei ricatti. Precarietà dei migranti, che vedono sfumare qualsiasi possibilità di un futuro migliore.
Ci hanno lasciato un'eredità fatta di debiti e cambiali ottenuti defraudando ogni aspetto della nostra vita e della natura solo per garantire la sopravvivenza ad un sistema sull'orlo del collasso.
Quest'eredità non ci piace e, tanto meno, ci soddisfa, quindi sta a noi cambiarla, sta a noi creare un'alternativa che parta dal basso, che riconquisti terreno in termini di diritti e democrazia, che parli di rivoluzione, intesa come trasformazione. Un'alternativa capace di creare uno spazio comune e condiviso, che ponga alo centro della propria attenzione il conflitto sociale e la democrazia.
Siamo scesi in piazza perchè non accettiamo di essere vittime, di farci condizionare dalle regole di un gioco che mortifica le possibilità democratiche, consapevoli che l'unica via d'uscita concreta sia il cambiamento: non si parla di grandi azioni, si tratta di cominciare da quello che ci circonda, dai nostri desideri, che spesso di traducono direttamente in bisogni.
Proprio cominciando da noi stessi abbiamo trovato una soluzione alternativa che rispondesse alle nostre necessità e ai nostri desideri: ci siamo riappropriati di uno spazio che l'università ha dismesso da tempo, uno spazio vuoto lasciato a se stesso e al degrado.
Ci riappropriamo di uno spazio con l'obiettivo di renderlo spazio di condivisione di esperienze, confronto collettivo e sedimentazione di pratiche e prospettive per la costruzione di alternativa. Frammento di cooperazione sociale in cui i saperi circolano liberamente, una pratica non brevettabile e costitutivamente contraria a ogni copyright. In cui sia possibile sottrarsi alle forme di ricatto sociale e lavorativo, creando progetti di autorecupero e di autoreddito, mediante i quali la dimensione lavorativa si possa congiungere con una declinazione delle proprie aspirazioni.
Abbiamo deciso di dare vita ad ART LAB, uno spazio che sia al tempo stesso esperimento di pratica di un' alternativa concreta e ridefinizione delle nostre soggettività, un percorso di autodeterminazione che ci ponga al di fuori dell'identità di meri consumatori, riconquistando il nostro diritto ad essere amministratori consapevoli ed informati del bene comune, trasformando le fabbriche della paura in fabbriche della dignità! Un posto dove sperimentare una nuova concezione di società, di democrazia, di condivisione.
ART LAB sarà un luogo sicuramente vissuto dagli studenti ma che speriamo si arricchisca anche di realtà differenti. Siamo convinti che la diversità sia fonte di ricchezza, che dal confronto nasca la crescita, per questo invitiamo tutta la cittadinanza ad attraversare questo spazio, per costruire insieme un'alternativa.