domenica 15 maggio 2011

La moltitudine e i numeri primi.

Il primo compleanno di un posto va onorato e festeggiato degnamente. Stamattina mi sono alzata presto ( o meglio presto rispetto al solito) e ho cercato di annusare tutti gli odori del nostro appartamento: un misto inscindibile di candeggina e polvere. Ho provato a catturare immagini, istantanee, di quelle stanze così vive, consapevole del rapido mutamento dell’Art-Lab.
Solo sette giorni fa entravamo di soppiatto nel palazzo di Borgo Tanzi, da un portone lasciato aperto con in spalla una custodia di chitarra porta-tutto, carica di adrenalina e curiosità. Salendo le scale, tra cumoli di merda e cadaveri di piccione e odori nauseabondi, srotolavamo il primo striscione dell’Art: Autogestisci, Rivendica, Trasforma.
Da quel momento la mia vita è cambiata, io sono cambiata. Ho visto la speranza e il desiderio tramutarsi in realtà e ho liberato tutta la mia voglia di riiniziare a crederci. Pensare che solo sette giorni fa dormivamo su letti di fortuna, fatti di cartoni e scudi di plexiglas, ed oggi adagiamo i nostri corpi pesanti su comodi materassi, dono della generosità del vicinato, mi emoziona. Estranei che, piano piano, sono diventati una seconda famiglia: una famiglia che coglie i nostri sorrisi e le nostre occhiaie, una famiglia che ti sostiene quando vorresti solo lasciarti andare nel vuoto, tanto ti fa male la schiena. Una famiglia che si interessa, partecipa e rinizia a sognare, a respirare, anche grazie a te.
Ho camminato nelle stanze, sulle scale e ho salutato un'altra giornata di sole battente, intercettando per attimi i volti dei miei compagni e delle mie compagne, ho visto in loro lo stesso entusiasmo che sento in me e poi mi sono persa su una sdraio annebbiata dal fumo della prima sigaretta mattutina, ancora incerta sulla dimensione in cui mi trovavo.
Il cortile respirava, cantava, rifletteva una luce abbagliante e io mi cullavo nel delirio di troppa birra e troppe canne. Gli occhi si chiudono; adesso assaggio l’aria, ne assaporo ogni nota: sento il profumo di colluttorio del compagno che affianco a me ritaglia articoli sul’ EZLN da giornali ammuffiti e umidicci, sento l’odore delle troppe sigarette, della carbonella, della carnazza, accenni di sudore, il sapore del detersivo e quello delle case abbandonate… continuo ad assaggiare come un avido sommelier che degusta franciacorta.
Gusto note di lavanda ( o è solo una mia illusione), sento il sapore del caffè bollente del bar all’ angolo e di quello gelato di Franco, sento l’odore della mia compagna di letto, l’odore di chi mi aspetta lontano e avidamente continua a mangiare ormai satura e pronta allo sbocco. Mi alzo e inizio a cantare una canzone che ora come ora potrebbe essere la mia preferita…non è importante adesso… sono libera. Libera di sentirmi tanto folle, iperattiva e libera di tentare. Sensazione impagabile. Non permetterò a nessuno di togliermi questo brivido lungo la schiena. Sento l’uomo che amo e scopro che anche lui oggi è un pò più libero e allora decido di brindare.
A chi non smette mai di lottare. A chi non dorme mai. A chi mangia per giorni solo mortazza e costine.
A tutti e tutte loro grazie

3 commenti:

  1. ragazzi...cambiate i colori!Bianco su nero dopo 3 minuti diventa illeggibile!

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  2. Ben scritto il tuo "tema" sulle sensazioni forti che la tua nuova vita ti produce, sul tuo cambiamento,..... sull'adrenalina che ti carica di nuove emozioni, passioni, affetti per questa tua " nuova famiglia". Giusto e bello essere giovani e pieni di entusiasmo per la vita, ci siamo passati anche noi sai. Non so chi tu sia..... io sono una mamma - di quelle di una -"vecchia famiglia" - che spera che suo figlio - uno di quelli della tua nuova - non si dimentichi della precedente: noi che l'abbiamo messo al mondo, cullato, curato, accudito, cresciuto, educato, aiutato, scusato, coperto, divertito, mantenuto, noi, pieni di difetti ma che lo amiamo da quando è nato e non vediamo praticamente quasi più, preso com'è in questa vostra avventura.

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  3. Oooohhh che bello leggere un qualcosa di simile ogni tanto, ben fatto! Io sono uno studente medio e abito proprio dietro l'Art Lab, in Santo Spirito, quando ho sentito quello che avete fatto per quell'edificio abbandonato (che ora, fortunatamente, non è più) sono subito andato a vedere e poi, dal momento non conoscevo nessuno e tutti erano molto indaffarati (forse ero di troppo) ho lasciato perdere, ma mi fa molto piacere comunque sapere che rappresenta qualcosa di grande per molte persone, e sentirlo qui così vicino mi fa pensare che forse in qualche modo possiamo riuscire a cambiare qualcosa di questa realtà, tanti complimenti!

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