Quando la parlamentare, poi, ha assicurato che si sarebbe schierata apertamente dalla loro parte con il rettore, lo stupore dei ragazzi si è trasformato in un entusiasmo che li porta già a immaginare la svolta del loro progetto di “atelier precario”. I giovani di borgo Tanzi e il numero uno dell’ateneo, infatti, non hanno contatti diretti: da due mesi si parlano solo attraverso i giornali. “Abbiamo perfino costituito l’associazione ‘Generazioni precarie’ per formare il soggetto giuridico con cui il rettore Ferretti chiedeva di relazionarsi, ma lui si è sempre rifiutato di incontrarci”, raccontano gli occupanti alla senatrice. Quindi la promessa della Soliani suona come una grande notizia.
Anche perché lei apprezza molto il loro lavoro: “Bravi, è uno spazio molto bello – commenta passeggiando tra le stanze – qui vedo un progetto innovativo sia per la città che per la nuova università”. Visita con sguardo ammirato tutte le stanze che i ragazzi hanno ripulito, reimbiancato e arredato con l’aiuto degli abitanti del quartiere, e non risparmia le lodi: “Il vostro è un impegno prezioso per tutta la comunità”. Studenti e studentesse le consegnano un fascicolo con il loro progetto di recupero. L’idea, spiegano, è quella di dedicare lo spazio occupato per iniziative dell’università, come tirocini formativi. “Siamo già in contatto con la facoltà di Architettura – dicono – che potrebbe consegnare questo spazio per un progetto di autorecupero”. Intanto ad Art Lab è già attivo un laboratorio artistico ogni martedì alle 21, e l’aula studio aperta per tutti nel fine settimana.
“Così come avete cominciato, dovete continuare”, li esorta alla fine la senatrice insieme all’onorevole del Pd Carmen Motta, che ha raggiunto il gruppo. Poi aggiunge: “La vostra iniziativa dimostra che è più facile ripulire uno stabile come questo che comunicare con il mondo dell’università”. A quello, ha promesso, ci penserà lei.
(Alessandro Trentadue)
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